Hacıbektaş e le origini del Bektaşhismo
Hacibektas è nell’Anatolia centrale, poco a nord della Cappadocia. Una cittadina quasi totalmente sconosciuta ai turisti, che si mimetizza con le sue poche strade ordinarie, tipiche dei villaggi agricoli dell’altopiano, i tesori materiali e spirituali lasciati nel XIII secolo da una delle figure più importanti dell’Ordine Alevita che ha lasciato qui anche il nome: il mistico filosofo sufi Hacı Bektaş-ı Veli.
L’insediamento risale all’età del Bronzo Antico, intorno al terzo millennio a.C., in seguito molte altre civiltà come gli Assiri, Ittiti, Persiani, Ellenisti, Romani e Bizantini, si stabilirono qui. Alla fine dell’XI secolo d.C. i turchi Selciuchidi dominarono la regione e lo sviluppo più importante iniziò con l’arrivo di Hacı Bektaş-ı Veli che trasformò questo piccolo villaggio in centro culturale, filosofico e religioso. Hacı Bektaş-ı Veli, grande filosofo turco del XIII secolo, praticante e divulgatore delle dottrine di Hoca Ahmed Yesevi in Anatolia, divinità del Bektaşismo, ordine religioso alevita. In un periodo in cui era in crisi l’ordine politico dei selciuchidi, Hacı Bektaş-ı Veli spostandosi di città in città, di villaggio in villaggio, si adoperò molto per la realizzazione dell’unione turca affinché gli usi e le tradizioni si fondessero con la fede islamica. Cercò di difendere la lingua e la cultura turca dalle influenze straniere e da ogni forma di degenerazione. Educò gli studenti fondando una scuola nel sito di Suluca Karahöyük dove sono stati rinvenuti reperti risalenti periodo bronzo antico, agli Ittiti, ai Frigi, al periodo ellenistico e romano, che ora sono in mostra al Museo archeologico di Hacıbektaş piccolo ma molto interessante.
Si ritiene che Hacı Bektaş-ı Veli visse tra il 1208 e il 1270 ma della sua vita si conoscono principalmente storie e leggende raccolte in un libro intitolato Velayetname che non può essere considerato come una raccolta di fatti storici perché scritto da un derviscio Bektasi due secoli dopo la sua morte. Il libro racconta che Haci Bektas era un discendente del quarto califfo Ali, quindi un alevita, ed era originario di Nishapur, in Turkistan, nella regione del Khorasan, situata attualmente nel nord-est dell’Iran. Fu educato da Lokman-i Perende, uno dei seguaci dello sceicco Ahmed Yesevi. Si trasferì in Anatolia dove visse e predico nelle province di Kayseri, Kirşehir e Sivas finché si stabilì nella città di Suluca Karahöyük, l’odierna Hacibektaş e iniziò a diffondere gli insegnamenti della tradizione alevita. Divenne un buon amico di Ahi Evren, capo delle corporazioni di mercanti e artigiani in Anatolia, influente personaggio della vita economica del tempo.
Hacı Bektaş-ı Veli era contemporaneo del più noto Mevlana Celaleddin-i Rumi, fondatore di Dervisci Rotanti. Entrambi erano famosi per la loro grande tolleranza e carattere umanitario e per il loro vero amore per Allah. Li contraddistingue il fatto che Mevlana scriveva in persiano, principalmente per le classi colte, mentre Hacı Bektaş in arabo per contadini, artigiani, soldati e le classi meno istruite del tessuto sociale dell’epoca. Hacı Bektaş-ı Veli morì a Suluca Karahöyük, intorno al 1270. Dopo la sua morte e nel corso dei secoli, molti poeti turchi furono influenzati dalla sua dottrina. Ad esempio il grande poeta Yunus Emre, del XIV secolo, espresse nei suoi libri gli ideali di Hacı Bektaş.
Il Bektaşhismo
La dottrina di Hacı Bektaş-ı Veli ha tradizione mistica e filosofica che ha radici nell’Islam ma si distingue per la sua decisa inclinazione verso l’universalismo, l’umanitarismo e il sincero rispetto per tutte le religioni. I suoi insegnamenti hanno avuto un profondo impatto sulla cultura e sulla spiritualità dell’Anatolia e oltre. Promuoveva l’uguaglianza tra tutti gli esseri umani, indipendentemente dal genere, dalla razza o dalla religione. Sottolineava l’importanza del rispetto reciproco e della compassione, valori che naturalmente si estendono anche al trattamento delle donne. Nelle mosche dei bektaşi uomini e donne pregano insieme. Considerava l’istruzione e il sapere come mezzi per il miglioramento personale e sociale, molti dei principi e degli insegnamenti della sua dottrina indicano un’apprezzamento per la conoscenza e la ricerca del sapere. La sua dottrina sottolinea Unità dell’Essere: l’unità e l’interconnessione di tutte le cose nell’universo. Questo concetto riflette la visione dell’unità divina in tutte le manifestazioni dell’esistenza. Fondamentale è la tolleranza verso tutte le religioni e le tradizioni spirituali.
La sua dottrina abbraccia l’idea che tutte le strade portano a Dio e che la diversità religiosa è un segno della ricchezza della creazione divina. L’umanitarismo, fondamentale nei suoi insegnamenti, promuove valori di uguaglianza, giustizia sociale e compassione. Si concentra sull’aiuto ai bisognosi, sull’eliminazione delle disuguaglianze e sull’instaurazione di una società più equa e solidale. La dottrina incoraggia la pratica spirituale attraverso la meditazione, la preghiera, la riflessione e la compassione. Si tratta di un percorso interiore che mira alla purificazione dell’anima e all’ottenimento della consapevolezza spirituale. Gli aderenti alla dottrina di Hacı Bektaş-ı Veli formano una comunità che si riunisce per la preghiera, lo studio e la condivisione dei principi spirituali. Queste comunità, chiamate Cemaat, fungono da luogo di sostegno reciproco e di crescita spirituale.
Il Complesso di Hacı Bektaş-i Veli
In questo complesso a tre cortili si trovano le tombe di Hacı Bektaş-i Veli e di Balim Sultan nonché la moschea, la lavanderia, il bagno, la mensa, la foresteria e delle fontane. Nel primo cortile, il Cortile Nadar, si entra da una porta ad arco, poco più avanti sotto il portico a destra c’è Üçler Çeşmesi, la Fontana dei Tre, costruita nel 1902, nello stesso cortile si trovano anche la lavanderia e il bagno. Le pietre rossastre che un tempo adornavano il muro di pietra tra il cortile Nadar e quello del Dergah sono state sostituite da pietre gialle intorno alla Porta Üçler. Il muro sopra questa porta ad arco ogivale, si estende formando un frontone triangolare continuo, ornato da un arpione a doppia curvatura. Sul lato della porta possiamo vedere rosette a dodici spicchi, che si riferiscono ai Dodici Imam. I motivi a quarto di sole gli angoli delle pietre risalgono al XIX secolo, quando questo stile divenne popolare nell’Üçler Kapısı. Questi dettagli indicano che il muro è stato rinnovato nel secondo quarto del secolo o poco dopo. La vasca, come testimoniato dalla sua iscrizione, fu costruita nel 1908 da Zehra Hanım, moglie del governatore di Beirut Halil Pasha. Sulla sommità del frontone della vasca si trova la Corona di Hüseyn in marmo. Il secondo è il Cortile Dergah. Si entra dalla porta che ha lo stesso nome della fontana: Üçler Kapısı, la Porta dei Tre, a destra si trova Arslanlı Çeşme, la Fontana del Leone, del 1554, il leonde dalla cui bocca sgorga l’acqua fu inviato dalla figlia di Mehmet Ali Paşa di Kavalali dall’Egitto. In questo cortile si trovano una moschea costruita dal sultano ottomano Mahmud II, una foresteria e una mensa.
Nel piano sottostante, nella cucina del complesso, erano conservati gli oggetti preziosi e i cibi. Il terzo cortile: il Cortile dell’Eminenza. Si entra dalla Porta dei Sei, Altılar Kapısı, dove si trova la Tomba di Hacı Bektaş-ı Veli costruita nel periodo del Sultano Orhan Gazi. Si accede alla tomba attraverso da una porta di marmo ornata con motivi selciuchidi. Il sarcofago di Hacı Bektaş-i Veli è coperto con una drappo verde su cui ci sono ornamenti e sure. In questa sezione si trova Çilehane, la stanza del calvario,, dove il mistico si ritirò in solitudine, e Kirklar Meydanı, la piazza dei quaranta. Nella zona est della piazza si trovano le tombe di Horasan Erleri e su questa quella ovest ci sono delle tombe dei Beyler, Çelebi, Güvenç Abdal e di Balım Sultan costituita nel 1519. Complessivamente, il santuario di Hacı Bektaş-ı Veli è un luogo di sacralità, ispirazione e riflessione che continua a attrarre persone da tutto il mondo in cerca di spiritualità e conoscenza. La sua architettura e i suoi simboli riflettono la ricca eredità spirituale e culturale del Bektashismo e l’influenza duratura di Hacı Bektaş-ı Veli sulla vita spirituale della regione.
Il Festival
L’evento più importante è il festival della metà di agosto che trasforma il paese in un enorme accampamento nomadico in cui si radunano aleviti dalla Turchia e dai Balcani. In 3 giorni si susseguono comizi, concerti, spettacoli teatrali e commemorazioni in cui i ballerini eseguono le loro danze cerimoniali, la sema, Patrimonio Intangibile dell’UNESCO, nei loro colorati costumi tradizionali. A Cilehane a circa 3 chilometri a est, troviamo Delikli Taş, la grotta che si ritiene sia stata frequentata da Hacı Bektaş-ı Veli per la contemplazione e la meditazione. Secondo la leggenda, il pertugio nella roccia all’interno della grotta è considerato un atto di purificazione dell’anima. nel mio caso aggiungerei anche che finalmente la mia dieta ha avuto effetto. Cilehane offre numerose attrazioni, tra cui monumenti dedicati a Haci Bektas-i Veli, Yunus Emre e Ozanlar (bard), oltre a un teatro con una capacità di 5.000 posti a sedere. Inoltre, qui si trova la tomba di Mahsun-i Serif, un rinomato poeta e compositore turco recentemente scomparso. A Beştaşlar, 5 chilometri a nord est di Hacbektaş vicino a Çivril, ci sono cinque massi imponenti. Secondo la leggenda, si crede che queste rocce abbiano testimoniato la verità delle parole di Hacı Bektaş-ı Veli.