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La musica tradizionale turca: un viaggio tra passato e presente

La musica è molto più di una semplice successione di suoni. È un’espressione profonda di cultura, tradizione e storia che racchiude significati radicati nel territorio e nelle esperienze collettive. In Turchia, uno degli strumenti più rappresentativi di questa eredità culturale è il saz, un liuto a manico lungo che affonda le sue radici nell’Asia centrale. Con il tempo, il saz si è evoluto e ha preso una forma unica nella regione anatolica, dove è stato suonato fin dai tempi dei Selciuchidi.

Le origini del Saz e la sua evoluzione

Nel XI secolo gruppi di turchi emigrarono dall’Asia centrale verso l’Anatolia portando con sé le loro tradizioni musicali. Fu in questo contesto che la musica turca iniziò a prendere forma, influenzata dalle culture persiana e bizantina. Il saz, in particolare, divenne uno degli strumenti principali utilizzati per esprimere la ricchezza di queste tradizioni.

Durante l’Impero Ottomano, il saz era lo strumento preferito dai poeti popolari, noti come aşık, che lo utilizzavano per accompagnare i loro racconti e poesie. Questo lo rese un elemento indispensabile della musica popolare turca. La famiglia dei bağlama, di cui il saz è il membro più rappresentativo, comprende strumenti di varie dimensioni e tonalità, ciascuno con una funzione specifica nella musica turca. Il saz affascina per i suoi toni ricchi e le sue melodie profonde, capaci di trasmettere emozioni intense. Anche oggi continua a essere uno strumento versatile. Con l’introduzione del saz elettrico, che offre un suono amplificato e una vasta gamma di effetti sonori, questo strumento tradizionale è entrato nella cultura moderna mantenendo però intatta la sua essenza.

Il saz non è solo uno strumento musicale, ma un mezzo per esprimere le emozioni e le storie del popolo turco. Viene suonato in molte occasioni, dai matrimoni alle celebrazioni religiose, fino ai concerti nelle piazze pubbliche. Come strumento solista o di accompagnamento, il saz è capace di comunicare le gioie e i dolori delle persone, diventando un simbolo di condivisione e ascolto. L’origine del termine “saz” non è del tutto chiara ma si pensa che derivi dal termine turco che significa “strumento”. In questo contesto, il saz rappresenta l’intera famiglia di liuti anatolici a manico lungo. Il nome ha assunto significati diversi a seconda delle culture che lo hanno adottato, dalla Bosnia all’Albania, dalla Bulgaria alla Turchia, dall’Azerbaijan all’Iran.

Oltre al saz, la musica turca tradizionale vanta altri strumenti iconici, come il kemenche. Questo strumento a corde, originario del Mediterraneo orientale, è particolarmente diffuso in Grecia, Turchia e nelle regioni vicine al Mar Nero. Il kemenche possiede tre corde e si suona in posizione verticale, con la base appoggiata sul ginocchio. Il nome deriva dal persiano “Kamancheh” che significa “piccolo arco”, un chiaro riferimento alla forma dell’archetto utilizzato per suonarlo.

La musica turca dopo la fondazione della Repubblica

Dopo la fondazione della Repubblica Turca, Mustafa Kemal Atatürk avviò un progetto ambizioso per preservare e catalogare la musica tradizionale turca. Tra il 1924 e il 1953 furono raccolte circa 10.000 canzoni popolari, contribuendo a salvaguardare un patrimonio culturale che rischiava di andare perduto.

Negli anni ’60 la musica tradizionale turca fece il suo debutto nelle radio, con artisti come Aşık Veysel, Neşet Ertaş e Bedia Akartürk che divennero famosi in tutto il paese. Tuttavia, negli anni ’70 e ’80, con la crescente popolarità della musica araba e occidentale, la musica tradizionale perse terreno. Nonostante ciò, artisti come Belkıs Akkale, İzzet Altınmeşe e Selda Bağcan continuarono a produrre canzoni di successo, mantenendo viva la tradizione.

La musica rurale turca, conosciuta come Halk, è una parte fondamentale del patrimonio musicale del paese. Questo genere è interpretato da una varietà di persone, tra cui poeti e menestrelli folk semi-professionisti chiamati ozan. Gli ozan occupano un posto di rilievo nella musica folk, con il aşık (amante) che rappresenta il poeta che improvvisa nuove canzoni tratte da materiale tradizionale. Tra questi, Aşık Veysel, un cantante cieco, è considerato uno degli aşık più importanti e influenti della Turchia.

La scena musicale di strada a Istanbul ha una storia lunga e affascinante che risale all’era ottomana. Gli artisti di strada, conosciuti come meddah, erano narratori che utilizzavano musica e commedia per raccontare storie della vita quotidiana nelle piazze pubbliche di Istanbul. Nel XX secolo la musica di strada si è evoluta, incorporando elementi di jazz, rock e pop.

Durante gli anni ’60 e ’70, i musicisti di Istanbul utilizzarono la loro musica per esprimere preoccupazioni politiche e sociali, unendo tradizione e modernità. Oggi, gli artisti di strada continuano a far evolvere la scena musicale della città, integrando strumenti tradizionali come il darbuka (un tipo di tamburo) e il ney (un tipo di flauto) nelle loro esibizioni, creando un mix unico di suoni e ritmi che riflettono la ricchezza culturale di Istanbul.

La musica turca tradizionale, con il suo ricco patrimonio di strumenti e stili, è una testimonianza vivente della storia e della cultura della Turchia. Dal saz al kemenche, questi strumenti raccontano storie di popoli e civiltà che hanno attraversato l’Anatolia lasciando un’impronta indelebile nella cultura musicale del paese. Nonostante le influenze moderne, la musica tradizionale continua a vivere, adattandosi ai tempi ma mantenendo saldi i legami con le proprie radici.

Articolo scritto in collaborazione con Lucrezia Quadri

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