Turchia, Ḫattuša: sulle tracce degli Ittiti
Ci troviamo nella regione montuosa dell’Anatolia centro-settentrionale, dove la piana di Budaközü ci accompagna verso un sito storico straordinario: Ḫattuša, l’antica capitale degli Ittiti. Salendo per circa 300 metri lungo un pendio roccioso, iniziamo a distinguere i resti della città, separata in due nuclei principali dal corso del torrente Kızlarkayası: la città bassa a nord e la città alta a sud. È qui che inizia il nostro viaggio attraverso una civiltà che ha lasciato un’impronta profonda nella storia dell’Asia Minore.
Un impero scolpito nella pietra
Camminando lungo le antiche mura di cinta, lunghe oltre 8 chilometri, osserviamo la complessità urbanistica di Ḫattuša . Le fortificazioni della città alta ci colpiscono per la loro imponenza: torri, bastioni e cinque porte monumentali, tra cui la Porta dei Leoni, la Porta del Re e la Porta delle Sfingi.
Quest’ultima, in particolare, si distingue per la sua posizione sopra un bastione artificiale, con due scalinate e un tunnel in pietra che scorre sotto l’arco. Questi elementi non solo ci parlano della maestria edilizia ittita, ma anche del profondo simbolismo con cui erano costruiti gli accessi alla città.
Templi, divinità e vita quotidiana
Nella città bassa ci soffermiamo presso il Grande Tempio, uno degli edifici religiosi meglio conservati del XIII secolo a.C. Tutt’intorno si estendevano quartieri abitati, le cui fondamenta ancora visibili ci raccontano di una vita urbana strutturata e dinamica. La città alta, invece, era un centro sacro: una vera e propria cittadella templare dedicata agli dei e alle dee del pantheon ittita e hurrita. Le architetture ci permettono di comprendere come lo spazio urbano fosse organizzato secondo criteri religiosi, amministrativi e difensivi.
Dove la roccia prende vita
A due chilometri a nord-est di Ḫattuša ci imbattiamo nel santuario rupestre di Yazılıkaya, un tempio a cielo aperto scolpito direttamente nella roccia. Entriamo nelle due camere naturali e osserviamo le straordinarie raffigurazioni in rilievo: sfilano davanti a noi divinità, simboli e il volto del Grande Re Tuthaliya IV. Ogni incisione è un frammento di racconto che ci riporta all’epoca d’oro degli Ittiti, quando arte e spiritualità si fondevano in un tutt’uno.
Avamposti e foreste sacre
Proseguendo verso est, visitiamo Kayalı Boğaz, un insediamento fortificato menzionato nelle tavolette cuneiformi, probabilmente un avamposto strategico a controllo delle vie d’accesso alla capitale. A sud, invece, ci inoltriamo nell’antica foresta di İbikçam, una delle ultime testimonianze di come doveva apparire il paesaggio montano in epoca ittita. Anche la natura, in questo luogo, fa parte della narrazione storica.
Un’eredità che parla ancora
Passeggiando tra palazzi, templi e necropoli, comprendiamo quanto Ḫattuša sia una fonte unica per la conoscenza della civiltà ittita. La sua influenza si estese non solo su Anatolia e Siria, ma anche nel tempo: le sue strutture, dalla residenza reale alle fortificazioni, sono tra gli esempi meglio conservati dell’architettura del II millennio a.C. I criteri con cui l’UNESCO ha riconosciuto questo sito come Patrimonio dell’Umanità confermano il suo valore universale.
Una città lontana dal tempo moderno
Ci colpisce la straordinaria integrità del sito: nessuna costruzione moderna disturba il panorama, le aree residenziali sono lontane e il contesto naturale è rimasto inalterato. Grazie a decenni di scavi e restauri condotti dal Deutsches Archäologisches Institut in collaborazione con le autorità turche, possiamo oggi camminare tra edifici autentici, ritrovare granai, cisterne e case, e immaginare la vita quotidiana di una grande città dell’Età del Bronzo.
Uno sforzo condiviso
Infine, ci soffermiamo sul sistema di tutela che protegge questo tesoro. La città antica, insieme a Kayalı Boğaz e Yazılıkaya, è soggetta a vincoli di conservazione secondo la legge nazionale turca. Rientrando nel Parco Nazionale di Boğazköy – Alacahöyük, il sito è gestito da un’organizzazione che tutela congiuntamente valori archeologici, storici, culturali e ambientali. Ogni intervento è sottoposto al controllo del Consiglio Regionale per la Conservazione, garantendo così la sopravvivenza a lungo termine di questo patrimonio eccezionale.