Afrodisia, L’incanto scolpito nel marmo
Ci troviamo nella valle fertile del fiume Morsynus, nell’antica regione della Caria, nell’attuale Turchia sud-occidentale. Qui esploriamo Aphrodisias, un sito archeologico composto da due elementi principali: la città vera e propria, racchiusa entro le sue antiche mura, e le cave di marmo situate a nord-est. Fondata come città-stato nel II secolo a.C., Aphrodisias segue un ordinato reticolo di strade ortogonali, eccezion fatta per alcuni edifici religiosi, come il tempio di Afrodite. Il profondo legame con Roma – grazie alla comune devozione per la dea – permise alla città di ottenere uno status fiscale privilegiato, favorendo lo sviluppo di una raffinata cultura artistica sotto il dominio imperiale.
Il culto di afrodite
Ci avviciniamo al centro simbolico e spirituale della città: il santuario di Afrodite. Qui, la divinità venerata univa caratteristiche di una dea anatolica della fertilità con quelle della Afrodite greca, dando vita a un culto unico che definiva l’identità stessa della città. Le statue della dea realizzate qui si diffusero in tutto il bacino del Mediterraneo, da Roma al Levante. Nonostante l’affermarsi del cristianesimo, il culto resistette per secoli, e solo intorno al 500 d.C. il tempio venne trasformato in chiesa, in un’operazione architettonica tanto ingegnosa quanto rara.
Il marmo che dà forma alla gloria
Proseguiamo verso le cave di marmo, poco distanti dal centro urbano. Questa vicinanza rese Aphrodisias un polo artistico di primo piano nell’Impero Romano. I suoi scultori erano famosi per la qualità delle loro opere: ritratti realistici, statue divine e raffigurazioni dionisiache, scolpite con maestria in marmo bianco e grigio. Le firme degli artisti locali sono state rinvenute persino in capolavori provenienti dalla Villa Adriana a Tivoli. Le botteghe di Aphrodisias erano un punto di riferimento per tutta la produzione scultorea tra il I e il V secolo d.C.
Una città cosmopolita e parola incisa nella pietra
Passeggiando tra le rovine, leggiamo frammenti di vita quotidiana, politica e religiosa scolpiti nella pietra. Le oltre 2.000 iscrizioni conservate ci parlano di una comunità variegata: greci, romani, cariani, ebrei, cristiani e pagani convissero in questa città, lasciando traccia del loro passaggio in un mosaico culturale vivace e aperto. L’identità cosmopolita di Aphrodisias è una delle sue caratteristiche più affascinanti.
Monumenti straordinari e ingegno architettonicoAphrodisias ci stupisce per la varietà e originalità delle sue architetture. Visitiamo il Sebasteion, complesso religioso dedicato ad Augusto, dove si intrecciano influenze artistiche locali, ellenistiche e romane. Entriamo nel teatro, dove una parete raccoglie decreti imperiali incisi nella pietra. Ammiriamo il palcoscenico con la sua elaborata facciata a nicchie, e lo stadio dalla forma inconsueta, con due estremità curve, perfettamente conservato. Il Tetrapylon, ingresso monumentale al santuario, ci accoglie con decorazioni raffinate che testimoniano la perizia degli scultori locali.
Un patrimonio intatto e autentico
Il paesaggio che ci circonda conserva ancora l’atmosfera dell’antichità. Né l’urbanizzazione moderna né il turismo di massa hanno intaccato l’autenticità del sito. Monumenti, cave, iscrizioni e strutture architettoniche sono stati restaurati nel rispetto dei materiali originari e secondo gli standard internazionali. Aphrodisias ci appare così come doveva essere secoli fa, integra e viva.
La cura del tempo
La protezione del sito è garantita dalla legge turca fin dagli anni ’70. Il Ministero della Cultura e del Turismo, in collaborazione con il team di scavo e la Fondazione Geyre, coordina le attività di tutela, valorizzazione e gestione. Sebbene esistano piani conservativi già approvati, è fondamentale aggiornarli costantemente e coinvolgere più attivamente le comunità locali. Il sito deve affrontare anche rischi naturali, come allagamenti invernali e incendi estivi: per questo si stanno pianificando sistemi di drenaggio e prevenzione incendi, in attesa di soluzioni strutturali permanenti.
L’eco del marmo
Aphrodisias non è solo un sito archeologico, ma un viaggio immersivo nella storia dell’arte, della religione e della società antica. Mentre passeggiamo tra le sue strade, osservando statue, templi e iscrizioni, riscopriamo una civiltà che ha saputo fondere tradizioni diverse in un’armonia duratura. La sua eredità, scolpita nel marmo e nel tempo, ci invita a proteggerla e tramandarla.